Chi è il medico del lavoro?

Il medico del lavoro è il professionista incaricato di valutare l'idoneità dei lavoratori in relazione alle mansioni svolte, garantendo la tutela della salute e della sicurezza negli ambienti professionali.

Tutte le aziende, piccole, medie o grandi, pubbliche o private hanno l'obbligo di nominare un medico competente per sorvegliare lo stato di salute dei propri dipendenti e la necessità di attivare un programma di sorveglianza sanitaria, a tutela della salute dei propri lavoratori. Il medico del lavoro stabilisce, in relazione ai rischi lavorativi, un protocollo sanitario mirato, che prevede l'effettuazione di specifici esami clinico-strumentali.


Cosa fa concretamente il medico del lavoro?


Il suo ruolo è proteggere la salute dei lavoratori adattando le mansioni alle loro condizioni di salute e l'ambiente alle loro esigenze, in un'ottica di prevenzione attiva.

  1. Sorveglianza Sanitaria: Valuta se un lavoratore può svolgere il suo compito senza rischi per la salute, tramite visite preventive e periodiche (es. per videoterminalisti, movimentazione carichi, rumore, ecc.).
  2. Prevenzione: Identifica e valuta i rischi lavorativi, propone misure per ridurli e contribuisce a creare una cultura della sicurezza.
  3. Diagnosi e Cura (se necessario): Si occupa di diagnosticare e curare le malattie legate all'attività lavorativa.
  4. Gestione Documentale: Crea e aggiorna la cartella sanitaria di ogni lavoratore.
  5. Formazione: Fornisce istruzioni e formazione al personale su salute e sicurezza.
  6. Consulenza: Collabora con il datore di lavoro e gli altri responsabili della sicurezza (RSPP) per attuare le normative vigenti.

Che analisi fa il medico del lavoro?


La visita medica del lavoro serve a valutare l'idoneità alla mansione, includendo colloquio, esame obiettivo e accertamenti strumentali (ECG, spirometria, audiometria, visiotest) e di laboratorio (es. analisi sangue, urine, test tossicologici) se previsti dal medico competente in base al rischio specifico, con l'obiettivo di garantire la salute del lavoratore tramite giudizio finale. Non è un controllo generico, ma mirato ai rischi professionali, e il lavoratore non può rifiutarsi di sottoporsi alla visita. Il referto della visita deve essere consegnato dal medico competente al lavoratore entro 30 giorni dall'accertamento sanitario.


Quando un lavoratore può rivolgersi al medico del lavoro?


Il lavoratore può avanzare la richiesta di visita sia qualora correlata ad un rischio lavorativo (e quindi è già sottoposto alla sorveglianza sanitaria) sia quando egli ritenga che l'attività lavorativa possa controindicare o aggravare le sue pre-esistenti condizioni di salute (anche se non è sottoposto alla sorveglianza sanitaria).

Il lavoratore può avanzare la richiesta di visita in tutti i modi: orale, scritto, presentando una certificazione al medico competente ma anche no. La procedura corretta sarebbe che il lavoratore comunichi al datore di lavoro, meglio in forma scritta, la necessità di consultare il medico competente il quale valuterà la congruità della richiesta con le condizioni previste dalla legge: che sia correlata al rischio professionale oppure che il lavoratore abbia patologie che possano controindicare alcuni compiti lavorativi.

In qualsiasi caso le spese relative alla visita fiscale richiesta dal lavoratore sono interamente a carico del datore di lavoro, a condizione che sia presentata l'apposita istanza tramite il portale INPS.



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